Ci sono situazioni, oggetti o semplicemente frasi che sembrano abitare in un mondo in cui le regole della logica sono sospese e il nostro modo di ragionare si ingarbuglia in un circolo vizioso. Questi “strani anelli”, i paradossi, devono il loro fascino al loro aspetto spesso innocuo, che si risolve in un’imprevista contraddizione: ogni paradosso è come una piccola storia dal finale a sorpresa. Il paradosso “per eccellenza” è forse quello di Epimenide (o “del mentitore”), poeta cretese che si dice abbia un giorno affermato: “Tutti i cretesi sono bugiardi”. Una versione più concisa dell’enunciato è: “Questa frase è falsa”. Quello che accomuna i paradossi è la loro “indecidibilità”, il fallimento dei nostri criteri di giudizio: siamo inclini a pensare che una frase debba essere o vera o falsa, che la negazione di un enunciato vero sia una falsità (provate con la frase all’inizio di questo articolo) e in generale applichiamo con molta disinvoltura il “senso comune” a processi infiniti e strutture ricorsive. Non ci sarebbe quindi da stupirsi se davanti a un paradosso veniamo ingenuamente presi alla sprovvista, ma in fondo è proprio la meraviglia da esso suscitata che lo rende divertente.
Pubblicato il: 18/12/19 da redazione.nadir