
Bruxelles, 30/09/2025
Alla comunità del Collegio Mazza,
a chi lo vive e, a chi vi ha vissuto e a chi lo vivrà.
Scrivo questa lettera aperta piena di gratitudine e riconoscenza, per una comunità che mi ha accolto tra le sue mura. Cinque anni fa iniziavo il mio percorso di allieva del Collegio Mazza e oggi, che quel cammino è terminato, vorrei condividere la magia dell’esperienza collegiale che ha segnato profondamente il mio percorso universitario.
Mai avrei pensato che un luogo – e soprattutto le persone che lo abitano – potessero lasciare una traccia così forte in me. Il Collegio è stato testimone e compagno di paure, sogni, delusioni e anche grandi successi. Ma soprattutto è stato il luogo dove ho conosciuto persone, compagni di viaggio, amici che per me sono stati una famiglia. Una casa accogliente e sempre disponibile, un rifugio sicuro, uno spazio di svago e di studio che mi aiutato a fare chiarezza sulla persona che sono oggi.
Durante gli anni trascorsi tra via Pietro Canal e Via Savonarola ho incrociato persone che mi hanno arricchito da più punti di vista: persone che mi hanno ispirato, spronato a migliorarmi, a buttarmi, a sperimentare, ad uscire dalla mia bolla e dalla mia comfort zone. Sapevo, e tutt’ora so, che il Collegio sarà sempre un punto di riferimento sul quale poter contare anche in futuro.
Il mio primo anno ero terrorizzata dal cercare di non deludere le aspettative dei miei genitori e delle persone a me vicine, di non riuscire nell’università, un mondo completamente sconosciuto appena usciti dalle scuole superiori. Tutto era nuovo e mi sono ritrovata catapultata in una realtà che non conoscevo e in cui non mi riconoscevo. I nuovi inizi sono sempre difficili – e forse adesso col senno di poi – la fine lo è ancora di più. Ma la magia è stata il durante: questi anni volati tra esperienze di mobilità internazionale, attività da organizzare, cicli di Cinemazza, articoli del Nadir da scrivere, libri della biblioteca da catalogare, indimenticabili concerti al tramonto al sesto piano. Tutto è stato magnifico. Ho assaporato ogni momento, consapevole che nessuno me lo avrebbe mai potuto restituire.
Sono arrivata in collegio ed ero una ragazzina con le idee poco chiare, in pieno Covid, in un contesto nuovo dove anche fare amicizia sembrava difficile. Poi le cose sono avvenute da sé, naturalmente: tra un caffè e l’altro, tra una sessione di studio intensa o in fila per la mensa. È così che ho conosciuto le persone che ad oggi considero una seconda famiglia.
Trovare la propria dimensione in un’età così delicata in cui la persona si costituisce è raro. Mi ritengo una persona fortunata perché quella dimensione, alla fine, io l’ho trovata. E avevo così tanta paura di non riuscirci. Eppure eccomi qui, a ricordare la bellezza e la meraviglia di un luogo non comune, che con pazienza e dedizione si è presa cura di me. Un luogo non semplicemente fatto di muri e stanze, ma di persone che – con il loro ascolto, il loro sorriso, la loro comprensione, il loro supporto e la loro empatia – hanno reso il Collegio Mazza casa.
Porterò con me ogni istante vissuto in Collegio, consapevole che questa esperienza ha contribuito a formare la persona che sono oggi. E per questo non smetterò mai di essergli grata. Il collegio Mazza ha rappresentato l’inizio di un lungo cammino, e ne resterà sempre parte. Come ogni casa che si rispetti, non si dimentica ma si custodisce.
A chi lo vive ora e a chi lo vivrà, auguro di trovarci la stessa magia che io ho avuto la fortuna di incontrare.
Con affetto e gratitudine,
Eliana