Pasqualino Ciampaglia e Riccardo Bascelli, studenti della Residenza Tovini di Roma, ci raccontano la loro esperienza alla Mostra del Cinema di Venezia insieme al tutor Francesco De Facci.
Nel corso della prima giornata la scelta tra le proiezioni presentate è ricaduta su “Lumbrensueno”, film sperimentale a microbudget finanziato all’incirca con 200 000 euro, che racconta la storia di un giovane adolescente chiamato Lucas. Il ragazzo si è trasferito di recente assieme alla sua famiglia in una cittadina cupa, emblema del lato buio del capitalismo avanzato, e si vede costretto a lavorare in uno stato di inettitudine presso un fast food per cercare di racimolare il più possibile. Sarà Oscar, un suo collega di lavoro, ad aprire gli occhi al giovane attraverso la sua non curanza verso possibili avanzamenti di carriera e il suo senso dell’umorismo che cerca di alleggerire il peso di ogni giorno.
Il secondo giorno il film scelto è stato “A Cielo Abierto” uno spaccato drammatico che racconta le ripercussioni su una coppia di giovani fratelli, di un incidente automobilistico che ha visto coinvolti il padre degli stessi e il più piccolo dei fratelli che è stato l’unico a salvarsi. Questi dopo molti anni riescono a rintracciare il camionista che gli ha strappato l’affetto paterno e decidono di ucciderlo una volta rintracciato. Vi è una progressiva evoluzione dei personaggi che con l’aiuto della sorellastra si avvicinano verso la strada del perdono soprattutto apprendendo la sofferenza quotidiana con cui anche il camionista convive (lo stesso non riesce ancora a superare quanto accaduto).
Il terzo giorno l’opzione che è apparsa come la migliore è stata quella di “Hoard” film con forti cenni autobiografici di Luna Carmoon anticipato da un breve cortometraggio della stessa regista assai amletico. Il film è la storia di una madre e di una figlia che vivono in una “casa-discarica” in quanto colma di oggetti di ogni tipo. La bambina di vedrà costretta a vivere altrove con l’arrivo dei servizi sociali ma le sensazioni, l’odore ed i rumori della sua infanzia la perseguiteranno per tutta la vita, soprattutto con l’arrivo di uno sconosciuto interpretato da Joseph Quinn.
Il giorno successivo due sono stati i film scelti: “Tatami” e “Yurt”.
Il primo riguarda la judoista iraniana Leila e la sua allenatrice Maryam le quali ricevono un ultimatum da parte della Repubblica Islamica, che ordina a Leila di fingere un infortunio, per evitare di incontrare in un ipotetico turno successivo l’atleta israeliana. La giovane si trova di fronte a una scelta emblematica: obbedire al regime o continuare a gareggiare. Il film racconta quindi la storia di tanti atleti che hanno visto spezzati i propri sogni a causa di conflitti geopolitici.
“Yurt” (“Dormitorio”), invece, tratta le profonde tensioni, vissute ancora oggi, tra turchi religiosi e turchi laici attraverso la storia del giovane Ahmet, il quale viene spedito dal padre,in un dormitorio islamico” alla giovane età di quattordici anni. Il giovane cerca di impegnarsi per ricevere l’affetto paterno sia quindi nella oppressiva dimensione religiosa dello Yurt, sia nella scuola laica a cui è iscritto (il contrasto tra i due mondi è così assai accentuato). Assieme al suo amico Hakan, Ahmet sogna di vivere libero da queste angosce.
La settimana successiva si è aperta con la visione di “Oura el jbel”, film diretto da Mohamed Ben Attia, che racconta la storia di Rafik il quale dopo essere stato condannato a quattro anni di carcere per aver compiuto atti vandalici sul suo posto di lavoro, riesce a pensare soltanto a una cosa: rintracciare la moglie e il figlio. L’uomo vorrebbe potarli via con sé per mostrare loro la sua scoperta: è in grado di volare. Quando, però, sua moglie rimane incredula e i suoi suoceri si oppongono, Rafik decide di fare irruzione nella scuola e per rapire suo figlio. Durante la loro fuga, si imbattono in un pastore e si rifugiano nella sua casa in campagna. Con il pastore continuano il loro tra le montagne, dove dopo aver seminato la polizia in un inseguimento si rifugiano in maniera violenta per pernottare all’interno di una casa per poi fuggire la mattina seguente, dove muore per una coltellata ricevuta dal proprietario della casa la mattinata stessa e un atterraggio dopo il volo per salvare il figlio.
“Bill Douglas- My best friend” è stata invece la scelta del penultimo giorno al festival. Questo documentario, raccontato in prima persona dal migliore amico del famoso regista (Peter Jewell), racconta l’evoluzione di Bill e del suo genio nelle fasi principali della sua vita. Il documentario è indirizzato sulla percezione che gli altri avevano del regista scozzese ed emerge fortemente quello che era (ed è ancora) lo stretto legame che unisce Bill e Peter. Il tributo lascia una profonda vena malinconica accentuata soprattutto dal modo in cui Peter descrive Bill, il suo migliore amico.
L’ultima giornata è stata coronata dalla visione del film. “En attendant la nuit”, film diretto da Celine Rouzet, racconta la storia della famiglia Feral, che si sono da poco trasferiti in un nuovo quartiere, dove sperano di risultare agli occhi altrui delle persone normali e amichevoli. Poco dopo il loro arrivo, il figlio Philemon, un adolescente di 17 anni dal carattere introverso e affetto da problemi di vampirismo, rimane colpito dalla loro nuova vicina di casa, Camila. Il desiderio per lei cresce ogni giorno di più, così come la sete di sangue di Philemon, a tal punto da far fatica a controllarla. Il film mostra i retroscena drammatici della famiglia Feral che sacrifica la sua normalità per placare Philemon (es. la madre di Philemon che ruba il sangue ai donatori).
In conclusione la nostra esperienza a Venezia è stata proficua in quanto ci ha permesso di conoscere un’altra realtà all’interno della nostra rete di Collegi di Merito, vedendo la sede di Padova. E ha accresciuto la nostra formazione personale, sociale e culturale permettendoci di visitare la città di Venezia e conoscere i luoghi e le usanze tipiche del posto (imparando anche a prendere un nuovo mezzo pubblico…il traghetto).
Ringraziamo la Residenza G.Tosi di Padova per l’ospitalità offerta e anche la nostra Residenza, il G.Tovini di Roma, per averci offerto questa opportunità irripetibile in altre circostanze.
Pasqualino e Riccardo