
Dopo le intense condivisioni degli ultimi giorni e il nostro impegno nel testimoniare i valori in cui crediamo, decidiamo ora di fermarci e metterci in ascolto di una presenza più grande.
Vogliamo che questo momento di spiritualità sia per tutti un’occasione per stare insieme, al di là di ogni credo e religione. Questo momento è un invito a far risuonare i nostri cuori alla stessa frequenza, ad affidare il bene e il futuro di questo anno e della nostra comunità. Una comunità che, con impegno, cuore e volontà, per vivere in vera fraternità.
Se decidiamo di essere amici e compagni di cammino, in modo autentico, di dialogare e vivere in pace qui, nelle nostre giornate e nella nostra quotidianità, allora sapremo coltivare uno sguardo di accoglienza che ci accompagnerà ovunque. È così che potremo seminare la pace nelle nostre vite, nello studio e nel lavoro.
Noi tutti, direttori di residenza, i nostri sacerdoti don Francesco e don Riccardo, i colleghi del Collegio e della Pia Società di Don Nicola Mazza, desideriamo affidare voi giovani, le vostre vite, le vostre fatiche e il vostro entusiasmo, il vostro presente e il vostro futuro al Signore. Possa il vostro cammino in questo Collegio portare frutto di bene concreto, possa questo vivere insieme essere l’occasione per mettersi in ascolto dei desideri più profondi del vostro cuore, per conoscere voi stessi, conoscere l’altro, incontrare Dio, per studiare e lavorare al servizio di un mondo migliore.
Preghiamo per le vostre vite e anche per noi, perché possiamo essere testimoni credibili e i vostri adulti di riferimento, adulti coraggiosi che sanno ascoltare, accogliere, comprendere senza giudicare, correggere quando serve e custodirvi nel cuore… vogliamo essere qui a servizio, non per insegnare, ma per accompagnarvi e sostenervi nelle tante occasioni di crescita che questo tempo vi saprà regalare.
Mettiamo tutti, ai piedi di questo altare: i desideri che abbiamo nel cuore per quest’anno, le paure, i dubbi, le speranze. Chiediamo a Dio il solo vero merito di saper mettere a frutto i doni che la Vita ci ha dato, i tanti talenti che abbiamo ricevuto e anche le debolezze, le fragilità che ci rendono e tengono umani. Chiediamo di vincere le divisioni e accogliere le nostre diversità con serenità, per essere noi i primi esempi di una società pacifica, inclusiva e amante.
Affidiamo a Dio le nostre vite, le nostre famiglie, tutte le persone che abbiamo nel cuore — quelle che sono qui con noi e quelle che già intercedono per noi dal Cielo.
Mettiamo tutto ai piedi di questo altare, fiduciosi di essere ascoltati e accolti come solo un Papà buono sa fare.
Lo staff di Direzione insieme a don Francesco e don Riccardo