
Giugno 2025 – Sono passati nove mesi da quando sono arrivata a Wroclaw, in Polonia. Oggi sembra stia per arrivare un forte temporale. Stamattina abbiamo salutato Dani e, durante il viaggio di ritorno dall’aeroporto, mentre la città scorreva dietro al finestrino, ho realizzato che siamo arrivati alla fine.
Ancora non ho capito come funziona il tempo qui, come sono arrivata, per la terza volta, a scrivere questa testimonianza percependo sempre meno tempo passato da quella precedente. Tra qualche giorno partirò e mi lascerò indietro tutta una vita. Una bella vita.
Ieri a cena, tra amici, riflettevamo sul nostro percorso: su come ogni giornata sia stata piena come una settimana intera di vita “normale”, su come ci conosciamo da nove mesi; eppure, sembra che ci siamo sempre appartenuti, anche nella vita di prima. Pensavamo che, ora che torniamo alla vita di prima, ci incontreremo nelle rispettive città e sarà quasi surreale viverci in un posto diverso dal Rynek di Wroclaw.
Eppure, Arianna verrà a Padova una volta al mese, così come ha sempre fatto negli ultimi quattro anni, e con lei verrà Dani e starà da Ross (che vive a dieci minuti da casa mia, che poi è il Collegio) e potremo rifare le nostre cene + film, solo in una cucina diversa.
A settembre ci rivedremo in Sardegna da Luisella, a ottobre andremo a correre a Roma, così rivedremo Gio e anche Tommi, da cui andremo di nuovo a Pisa per vederlo laureato. A dicembre la laurea sarà di Nati e dovremo arrivare fino a Campobasso, passando prima per Fabriano, per Frosinone e poi Potenza, perché abbiamo conosciuto i genitori di tutti che ci hanno promesso la convivialità di casa a casa loro (dopo averla portata qui).
Lascerò indietro una bella vita per rientrare in una vita arricchita, questo di sicuro. Non si può spiegare troppo, a parole, il significato di questa esperienza: in primis perché ognuno vive la sua, e poi perché sarà il tempo a definirla fino alla fine.
Sono veramente molto contenta di essere partita. Avevo tanta paura e ho pianto tanto (ma sono contenta anche di questo: significa che stavo bene dov’ero), c’erano tantissime cose che potevano andare storte (e possono ancora), ma le mille vite, che sono state una bella vita, hanno ripagato e ripagheranno tutto lo stress della burocrazia, l’ansia di partire e la fatica di uscire dalla propria zona di comfort. Per non parlare delle persone conosciute: gli amici stretti, e quelli con cui ho scambiato solo qualche chiacchiera a qualche festa o in reparto… un valore senza prezzo.
Non voglio dilungarmi in troppe parole, frasi fatte o commenti banali. Spero che il frutto di questa esperienza sia visibile al mio ritorno, per quelli che mi conoscevano prima e che mi conosceranno poi. Spero che questa esperienza mi si legga addosso più di quanto si possa fare con tante parole.
Benedetta Villano, studentessa della Residenza Job Campus di Padova