Ciao a tutti!
Attualmente mi trovo a Budapest (capitale dell’Ungheria), purtroppo in dirittura d’arrivo di quelli che sono stati mesi davvero speciali del mio periodo Erasmus. Chiamata anche la “Parigi dell’Est”, Budapest è davvero una città splendida per svariate ragioni; una delle principali caratteristiche che la rendono unica è la presenza del Danubio, il quale la separa a metà: Budapest, infatti, origina dall’unione di Obuda (la città antica) e Buda (la città alta) a ovest del Danubio, e Pest (la città bassa) sulla riva opposta.
Molto famosa, inoltre, (e i miei amici ungheresi dicono che ne abbia il primato mondiale) per il numero di sorgenti termali, ed è per questo che qui il concetto di terme è piuttosto diverso da quello di “Spa” che avevo io; non si tratta di lussuosi centri benessere, ma di un’esperienza più quotidiana e sicuramente più economica, con tanto di feste serali organizzate proprio nelle terme. Altro gran punto di forza, che a mio parere rende molto più facile la vita di uno studente Erasmus in particolare, sono i trasporti: economici gli abbonamenti di biciclette, tram, metro e bus che quasi a ogni ora sono attivi e quindi molto comodi per la movida. Tra il castello, il parlamento, il famoso mercato al coperto, la Basilica di S. Stefano e il peculiare Bastione dei pescatori, le cose da visitare a Budapest sono davvero tantissime. Ciò che mi è piaciuto di più, a livello paesaggistico, è il grande numero di posti immersi nella natura, dove basta uno zaino per spendere la giornata al sole, a fare il bagno nel fiume o un barbecue nei boschi.
Ma a prescindere da tutti gli aspetti storici, paesaggistici e architettonici, il periodo Erasmus qui a Budapest è stato davvero dinamico e interessante: dall’università, alle gite e alle feste, non avevo mai vissuto un ambiente così internazionale. Conoscere ogni giorno persone nuove provenienti da paesi diversi è un’esperienza che consiglio a chiunque: ti aiuta davvero a realizzare quante differenze culturali, di pensiero e di linguaggio ci siano, ma al tempo stesso ti fa capire quanto si è tutti “sulla stessa barca”: perché iniziare un’esperienza all’estero può essere anche molto sfidante, agli inizi.
Quando si pensa all’Erasmus, certamente si immagina una realtà in cui si è immersi tra mille persone, e sicuramente è così; tuttavia, non bisogna dimenticare che, soprattutto all’inizio, si è da soli. Personalmente, non la vedo come cosa negativa, anzi per me è stato liberatorio: partire da zero, in una città nuova della quale non si conoscono i posti né le persone, è davvero motivante per iniziare l’avventura Erasmus. Anzi, spesso è ciò che ci spinge ad essere più intraprendenti, curiosi e indipendenti.
Nel mio caso, mi sono trovata subito molto bene con i coinquilini (francesi), dunque sicuramente l’inizio è stato agevolato. Trovarsi, però, in un paese in cui la moneta è diversa (e quindi devi fare calcoli) e ogni insegna sembra solo un mix di consonanti impronunciabili, può essere dispersivo. Budapest è grande, piena di contrasti e sorprende sia in positivo che in negativo. Quella che per me è stata l’unica nota negativa (a parte il freddo iniziale) è stato il trattamento che spesso viene riservato a chi non è del posto; se sei un turista, in tanti negozi o in situazioni in cui ti serve aiuto (farmacia, poste, etc) se non parli ungherese il trattamento che ricevi è leggermente diverso, motivo per cui ho deciso di imparare poche parole chiave per fingermi ungherese anche solo al supermercato o per prendere un treno. Di contro, qualsiasi altro ambiente è davvero super inclusivo e ogni persona (ungheresi inclusi) è molto cortese, dall’università, che ho trovato più informale e “giovanile”, a qualsiasi altro ambiente ricreativo.
I posti in cui ho passato la maggior parte delle giornate sono stati i cafè e la natura, cose di cui Budapest è ricca: ogni bar è davvero particolare, pieno di caratteristiche davvero originali e che facilitano lo studio. I parchi, la famosa Isola Margherita e tante altre zone che costeggiano il Danubio sono davvero peculiari chicche della città. E’ impossibile non imbattersi nella movida, in eventi musicali o in festival, cosa che ho davvero apprezzato in quanto amante della musica in generale.
Infine, i legami che ho stretto in Erasmus li ritengo davvero speciali, ho condiviso molti viaggi sia nei dintorni di Budapest ma anche oltre l’Ungheria, come ad esempio Vienna e Bratislava, e molte altre destinazioni davvero facili da raggiungere. In quanto italiana, devo dire che il cibo ungherese non è stato tra i miei preferiti in Europa, ma il fatto che la vita sia molto più economica, questo sicuramente è d’aiuto per uno studente Erasmus (eh si, va anche detto che la birra qui costa meno dell’acqua). Dunque, le scuse per far feste, viaggi o anche solo escursioni nel verde sono proprio infinite.
Ciò che penso sia stata la caratteristica chiave della mia esperienza è l’imprevedibilità: per quanto mi aspettassi di andare incontro a un percorso ricco di stimoli e sfide nuove, il bello è che non puoi proprio prevedere l’andamento degli eventi, che in Erasmus ha velocità raddoppiata. Per esempio, per i primi mesi mi son ritrovata ad avere tantissimi amici francesi, e ciò mi ha aiutato tanto a migliorare nella lingua; e, sinceramente, andando in Ungheria, di tornare con un miglior francese proprio non me lo aspettavo!
Sicuramente, ora che tutti stanno iniziando a tornare nei loro paesi, la nostalgia e il “timore” di tornare a casa iniziano a salire. Ma sono certa che ciò che ti dà l’Erasmus non finisce con il termine dell’esperienza all’estero, ma anzi ci si porta a casa un bagaglio di fattori utili a lungo termine e che non si dimenticano più.
Sono davvero soddisfatta di tutto ciò che ho fatto e conosciuto, e consiglierei questa esperienza davvero a chiunque, anche ai più insicuri o timorosi!
A presto,
Elisa