
Salve ragazze!
Vi saluto sempre da Parigi dove, incredibilmente, inizia a piovere di meno.
Le lezioni sono ricominciate a gennaio ed é più facile capire cosa fare e come prepararsi adesso (fa tutto meno paura il secondo semestre soprattutto perché dopo sei mesi inizio a capire le
persone quando mi parlano); questi progressi mi fanno sentire fiera di me!
Pensare un periodo ‘giusto’ di Erasmus é difficile… Io avrei preferito fare un semestre ma oggettivamente il secondo è più bello, più facile e meno stressante.
Ho scoperto tantissimi archivi e tantissime biblioteche splendide. Parigi non è una città ma un capolavoro. Ho scoperto quanto è bello perdersi; vagare per la città senza immaginare la meta.
Ho trovato così tanti giardini splendidi e in uno di questi ho visto volare un pappagallo verde.
Una di quelle cose semplici e inaspettate che migliorano una giornata.
Mi chiedo cosa vorreste leggere in queste lettere e cosa dirvi.
Loderei la città in eterno, mi sembra davvero un luogo splendido in cui apprendere poiché offre mille possibilità per arricchirsi in modi diversi! Ma penso che sia possibile trovare bellezza in ogni luogo. Un po’ più difficile è socializzare e non me l’aspettavo proprio! Riuscire ad organizzare un’uscita alle volte è un’impresa (servirebbe una PR di mia conoscenza…). Credevo che gli studenti stranieri avessero più voglia di uscire e fare cose insieme ma in realtà è più facile socializzare con i ragazzi francesi con cui studio, quelli che incontro alle attività extra come teatro o aikido.
Ho conosciuto molte ragazze parigine sempre gentili e pazienti (a quanto pare il mio francese è molto mignon, che in questo contesto assume valore di ‘bizzarro ma adorabile’ [spero]).
Sono sempre pronte e suggerai il miglior posto per mangiare qualcosa o un luogo mai visto prima. In ogni caso c’è sempre qualcosa da fare per occupare il tempo.
Ci vuole molta più intraprendenza del solito, o forse solo più fortuna negli incontri. Penso che l’Erasmus sia imprevedibile.
La scoperta della gastronomia francese procede ma c’è più cibo etnico che altro in realtà… Però in pasticceria recuperano alla grande! Ho trovato un posto che si chiama ‘Le meraviglie di Fred’.
I dolci si chiamano: incredibile, indimenticabile, indescrivibile. Sembra tutto un’esagerazione (anche perché da fuori non sembrano granché) ma posso dire che è entrato nella top 10 dei
dolci che adoro di più.
Sono soddisfatta di essere venuta; avrei cambiato molte cose del mio Erasmus ma alla fine penso che tutto ciò che sia accaduto sia stato utile a qualcosa.
Non solo le cose belle sono utili, quest’esperienza ti aiuta a scoprire molto di te e di cosa hai davvero bisogno in quanto persona.
Ma nonostante lo splendore della città mi manca Padova e penso spesso che a parte l’esperienza originale e utile (formativamente, personalmente e culturalmente parlando) avrei preferito restare a Padova. Quindi per il poco tempo che mi resta qui, in attesa di rivedervi, ho intenzione di godermi quanto questa città ha da offrire.
Per ora ho capito che Silente aveva ragione, e che la felicità si può davvero trovare negli attimi (che sembrano) più tenebrosi.