Cos’è stato per me il progetto Erasmus?
L’esperienza Erasmus è stata, per me, qualcosa di indimenticabile, nei suoi aspetti positivi e in quelli negativi. A me che sono abituata a viaggiare molto e a vivere in posti diversi fare quest’esperienza non mi sembrava nulla di cosí spaventoso pur partendo da sola, non conoscendo nessuno. In fin dei conti è cosí che ho conquistato le migliori amicizie della mia vita fin ora e per questo motivo non ero spaventata. Quello che non sapevo era come è diversa questo tipo di esperienza pur essendo qualcosa che sono abituata a fare: cambiare luogo e abitudini.
Ricordo che il primo giorno ero più annoiata che eccitata dall’esperienza che dovevo vivere, fare e disfare le valige mi stancava al solo pensiero e capire come arrivare alla mia nuova casa, quella che avrei chiamato casa per 6 mesi, mi provocava un po’ di stress. Ad essere sincera, non credo di essere partita esattamente con il piede giusto. Le prime persone che ho conosciuto sono state quelli che poi sono diventati i miei coinquilini e non è stato un rapporto marginale, anzi, ha caratterizzato tutti i miei mesi in Spagna nel bene e nel male. Il rapporto che mi sento di aver instaurato con loro è stato, all’inizio, un rapporto semplice fatto di uscite, chiacchierate e visite alla “nostra” nuova città. A differenza del collegio, sento di aver sperimentato a pieno cosa significa avere un coinquilino. Certo ognuno ha i suoi spazi ma sono relativi se si vive insieme in una casa. Non so a che punto le cose si siano complicate per me, forse le complicazioni sono arrivate in un momento dove anche fisicamente non ero ben predisposta a fare cose nuove e di conseguenza sento di essermi chiusa e di aver avuto il desiderio di voler tornare a casa. So che può sembrare triste ma non era un sentimento dovuto alla tristezza, semplicemente ho realizzato di essere stanca di spostarmi sempre, non aver avuto un periodo in cui mi sono fermata in un posto e questo anche a causa della pandemia e non essere riuscita a vivere un anno accademico completo a Verona.
A Girona ho conosciuto tantissime persone fantastiche, tanti italiani da ogni zona d’Italia e tanti provenienti da diverse parti del mondo: Grecia, Argentina, Repubblica Ceca, Cina e tantissimo altro. Confrontarsi é stata un’esperienza unica e il vero Erasmus per me è stato questo: il confronto con tante personalità diverse, personalità accoglienti che anche se per poco mi hanno fatto sentire a casa e mi auguro davvero di aver fatto provare lo stesso a qualcuno. Spero, un giorno, di rivedere molti di loro mentre sinceramente di alcuni ho pochi ricordi positivi. Credo di poter parlare in modo sincero quando dico che certi atteggiamenti hanno quasi rovinato parte della mia esperienza, o almeno, mi è sembrato fosse così in quel momento.
La verità é che ho capito tante cose che forse avrei capito più tardi, conosciuto persone con le quali probabilmente la vita non mi avrebbe mai fatto incontrare e questo è stato magico. Ho visto delle bellissime amicizie crearsi in pochissimo tempo e le ho create anche io. Amicizie che non avrei minimamente valutato se non fossi partita non uscendo dalla mia rete di sicurezza. Quello che si fa è dare possibilità a persone che nella vita quotidiana non pensi possano essere il tuo tipo di compagnia, a volte si fa bene a volte si sbaglia, sicuramente ho capito che in Eramus si prova, ci si lancia in quest’avventura che può essere anche solo andare a prendere un caffè con qualcuno che sembra in tutto e per tutto diverso da te e provarsi non è mai sbagliato, capirai sempre qualcosa in più su te stesso.
I corsi all’università, essendo non esattamente strutturati come sono abituata, sono stati una piacevole sorpresa. Studiando lingue sono abituata a seguire corsi in una lingua che non è la mia ma non ho mai avvertito intorno a me una comunità diversa sentendo il desiderio di entrarci. Questo è esattamente quello che è successo nel mio caso specifico. Ho provato a fare amicizia con i miei compagni di corso, cosa che in Italia con la pandemia non è stato facile fare, e ci sono riuscita. Ho studiato insieme a loro, ci siamo confrontati e mi sono sentita aiutata davvero anche nel comprendere modalità d’esame completamente estranee a me.
Riassumendo, l’Erasmus ha significato tante cose, cose belle, pensieri che ho realizzato, persone che vorrò rivedere, comportamenti che non tollererò più nella mia vita ma, soprattutto, è stato crescita, che a differenza degli altri periodi che hanno segnato la mia vita, ho sentito giorno per giorno, un passo alla volta.
Sabrina