Ciao a tutti Jobbers e Mazziani!
Per chi di voi non mi conoscesse sono Samuele Piccinelli, uno studente di Physics of Data (una delle magistrali in Fisica) al terzo anno di collegio presso la residenza Job Campus. Per il mio progetto di tesi ho scelto di fare un’esperienza all’estero presso il Forschungszentrum Julich (FZJ per gli amici), dove sto sviluppando simulazioni numeriche per optimal control di superconducting qubits, nell’ambito del quantum computing.
Come forse potrete intuire dal fatto che non avete mai sentito il nome ”Julich” il posto dove sto vivendo in questi mesi è una remota e sconosciuta cittadina nel nord-ovest della Germania, tra le
campagne di Colonia e Aquisgrana. In questa zona non particolarmente ricca e fortemente industriale della Germania, si respira un’aria un po’ desolante e quasi alienante: Julich è una città che si basa esclusivamente su una vecchia cava non molto distante e la presenza del FZJ, dove sto svolgendo la mia tesi. Il centro di ricerca è uno dei più grandi e importanti in Germania e, di conseguenza, in Europa. Il tipo di ricerca che viene condotto spazia in diversi campi della scienza ed è estremamente capillare nelle industrie, con centinaia di collaborazioni accademiche e industriali in tutto il mondo.
Nonostante questo, la città di Julich è tutto fuorché internazionale. Il centro ospita studenti e ricercatori da tutto il mondo, ma Julich rimane una classica cittadina tedesca, con poca attrattiva e decisamente poco a misura di studente. Personalmente, ho la fortuna di parlare la lingua, cosa che mi ha aiutato molto nella vita quotidiana, in quanto la maggior parte della popolazione (dal panettiere alla sicurezza all’entrata degli uffici del centro) non parla l’inglese o lo parla poco.
Anche se il quadro che ho dipinto finora è tutto fuorché roseo, ci sono state chiaramente anche delle cose positive. Innanzitutto il centro ospita una residenza per i propri dipendenti, con persone
da tutto il mondo, il che mi ha permesso di fare amicizia e vivere la socialità in un modo simile a quello a cui siamo abituati in collegio. La mia stanza `e in un appartamento che condivido con altre tre persone, al nono piano di questa vecchia (ma funzionale) residenza. Il nono piano con i tramonti sulla Germania più rurale, la compagnia dei miei coinquilini e le serate spese insieme con una birra al pub vicino sono stati forse gli highlight migliori di questa esperienza.
Inoltre, le città di Aquisgrana e Colonia, raggiungibili in circa un’oretta in treno, sono un’ottima meta per una gita di fine settimana. Aquisgrana, completamente incentrata sull’eredità di Carlo Magno(letteralmente, il museo è costituito praticamente unicamente dalle sue reliquie) è una cittadina con un centro storico caratteristico e estremamente piacevole da esplorare, con tanti negozietti tipici e Biergarten ad ogni angolo. Colonia è più grande e più europea, con un’atmosfera più commerciale ma un’anima tutta studentesca.
Che sia Aquisgrana, Colonia o Julich una cosa dovete assolutamente provare: i Printen, biscotti tipici prodotti da un antico forno, chiamato Nobis. I Printen sono un prodotto tipico tedesco:
sostanzioso, dolce e con una consistenza pastosa, con una probabilità di andare a male decisamente prossima allo zero. Già che ci siete, approfittate dei panini coi semi di zucca, del Berliner (un dolce di mele lievitato, ricoperto di zucchero semolato) e degli onnipresenti Bretzeln. Tutta la spesa vi costerà meno di una decina di euro, in quanto un altro dei punti forti di questa zona di Germania `e che `e decisamente economica se comparata a città più a sud, come Monaco.
Come non citare poi, di questi tempi, il nostro amato Covid. La sua presenza si è fatta decisamente sentire: quando sono arrivata a Marzo la Germania aveva misure più strette di quelle italiane
e a FZJ il lavoro era ancora completamente virtuale. Solo verso fine Maggio la riapertura è stata praticamente completa e l’obbligo di lavoro da casa è stato rimosso completamente. Purtroppo,
questo non significa che i ricercatori di FZJ siano tornati in presenza: la maggior parte vive a Colonia o Aquisgrana e la possibilità di rimanere in smart working continua a prospettarsi più ghiotta rispetto al recarsi nella piccola e grigia Julich ogni giorno. Questo ha significato vedere di persona i miei relatori decisamente poche volte in tutto il periodo di permanenza qui e ricevere scarso contatto umano al centro; l’unica eccezione è Alessandro, ormai inseparabile compagno di questi mesi e fedele amico di (dis)avventure dai lontani giorni nella 305 del terzo piano del Job.
In ogni caso, la quantità di nuove nozioni e competenze che sto acquisendo è notevole: un lavoro di tesi magistrale è un ottimo modo per testare la propria capacità di lavoro autonomo, e devo dire che a FZJ ho trovato le condizioni ottimali per questo test. Questa è per me la seconda esperienza all’estero di periodo prolungato, ma differenza della prima le responsabilità sono molte di più: uscire dalla propria zona di comfort rimane un’occasione che la sicurezza di una routine ben stabilita non dà.
Storie di Covid a parte, l’ambiente di ricerca a FZJ è estremamente di spicco ed essere parte di questa realtà è stato per me una grossa opportunità che sono felice di aver colto e sfruttato nel
modo migliore che mi `e stato possibile. Una grande menzione d’onore va alle business trip finanziate dal gruppo: in questi mesi ho partecipato a due summer school a Strasburgo e Losanna in ambito quantum: insieme a studenti da tutta Europa mi sono divertito un sacco e imparato altrettanto.
Kurz gesagt: non `e facile ma ne vale la pena. Spero di vedervi presto, magari di fronte ad uno spritz con vista Porta Portello che mi manca tanto.
Nel frattempo, un grosso bocca al lupo per le vostre avventure!
Samuele Piccinelli