
Il weekend che si è appena concluso è stato pieno di emozioni e di crescita per noi “seniores” della Residenza Giuseppe Tovini di Roma. Lead as a coach è il titolo di questa esperienza formativa, incentrata sul tema della leadership, appunto, che ci ha visti protagonisti.
Tutto ha inizio sabato di buon mattino: caricate le valigie sui van, partiamo alla volta di Capo d’Omo, situato presso Sabaudia, Riserva naturale del Monte Circeo.
Raggiungiamo così il parco “Selva del Circeo”, dove iniziamo una passeggiata che ci fa immergere fin da subito in un’atmosfera sospesa, in cui il tempo è scandito solo dal rumore dei nostri passi e l’attenzione è tutta rivolta a scoprire i differenti tipi di foglie e gli insetti che si nascondono tra di esse, ad osservare i rami che si intrecciano formando degli archi vegetali e a immaginare gli animali che popolano la foresta, tenendosi però ben lontani dagli sguardi indiscreti degli umani.
Dopo un pic-nic, raggiungiamo il nostro alloggio, l’Agriturismo I quattro laghi, che subito ci regala una sensazione di quiete e tranquillità, dove i rumori delle macchine e della strada lasciano il posto al silenzio, disturbato solo ogni tanto dagli starnazzi delle oche o dal canto del gallo.
Ha così inizio il nostro primo momento di formazione con il coach Giovanni Rigon: disposti in cerchio, con della musica rilassante di sottofondo, chiudiamo gli occhi per capire cosa vorremmo portare a casa da questo weekend. Leggerezza, emozioni, bei ricordi sono solo alcune delle intenzioni che vengono condivise con il gruppo, ma tante altre restano segrete in ognuno di noi.
Così ci mettiamo a lavoro, divisi in gruppo e con tablet alla mano, per riflettere sulle esperienze positive che abbiamo avuto come leader, sia all’interno che al di fuori del collegio, nonché su quelle fallimentari, e sulle caratteristiche di cui la leadership del collegio ha più bisogno secondo noi.
Le idee che vengono fuori sono molto simili: ci rendiamo conto di essere dei buoni leader quando coinvolgiamo i membri dei nostri clubs nelle proposte che facciamo, e questo ci aiuta ad alleggerire il peso di alcune decisioni che siamo chiamati a prendere, che richiedono di assumersi dei rischi, come quando organizziamo degli eventi o invitiamo degli ospiti senza avere la certezza che sarà un successo.
Ancora, crediamo che il collegio abbia ora bisogno di un’apertura verso nuove proposte, anche alternative, che ci portino ad andare oltre ciò che “si è sempre fatto” nei nostri club e nelle nostre societies, per soddisfare le esigenze sempre nuove di noi collegiali.
Tutte le riflessioni iniziate sabato sera vengono riprese nel secondo momento di formazione di domenica mattina, in cui, nuovamente divisi in gruppi, lavoriamo sul manifesto intitolato La leadership che serve, elaborato dal professor Antonio Palmieri, presidente della Fondazione Pensiero solido.
Qui viene enunciato un decalogo di principi che un buon leader deve seguire e il nostro compito è scrivere su dei post-it delle azioni per attuarli concretamente nella vita del collegio.
Così ci troviamo tutti e sedici riuniti per un momento di condivisione e brainstorming, con l’obiettivo di redigere un unico manifesto finale della leadership. Questa volta la sfida non è facile!
Gli spunti sono tanti e complessi, così come i nostri punti di vista. Ma anche questo rientra nella formazione: fare esperienza di dibattito costruttivo. Infatti, dopo un’iniziale confusione, capiamo come procedere, intervenendo a turno e lasciando spazio a chi vuole ribattere alle nostre argomentazioni, sempre sotto la moderazione di Giovanni.
Anche qui le idee che vengono fuori sono tantissime: da quelle più strategiche come riflettere prima di giudicare un’attività proposta, cercare di creare un ambiente sereno nei club per permettere a ognuno di esprimersi liberamente, impegnarsi per conoscere e capire le emozioni che stanno vivendo i nuovi arrivati, fino a quelle più operative, come usare sondaggi o moduli Kahoot per permettere ad ognuno di proporre attività o miglioramenti e organizzare degli eventi, sia formali che informali, per costruire e rafforzare la community del collegio.
Il tempo è troppo poco per riuscire a stilare la versione definitiva del manifesto, e questo ci porta ad esprimere un po’ di malcontento nel giudizio finale che ci viene richiesto sul weekend trascorso.
Una cosa però è certa, come ci ricorda la nostra direttrice Valentina: l’ottica della produttività in cui siamo immersi ci porta a pensare di essere efficienti soltanto se raggiungiamo un risultato tangibile e misurabile, come il numero di pagine da studiare che ci perseguita nelle nostre giornate di studenti. Ma non sempre è così: forse non abbiamo scritto un manifesto della leadership, ma ci siamo confrontati in maniera costruttiva, abbiamo capito di avere le stesse intenzioni per migliorare questo collegio e abbiamo anche prospettato delle soluzioni.
Ora tocca a ciascuno di noi, nella propria quotidianità, cercare di applicare quanto è stato detto, diventando ognuno un pezzetto del manifesto vivente della leadership del collegio. In questo weekend abbiamo gettato un seme, e continueremo a prendercene cura per vederlo fiorire!